Sembra un invito semplice e scontato e, in Italia, di solito indica il gesto di recarsi in un bar e degustare un espresso estratto con la macchina da caffè professionale.
Nel nostro paese, infatti, i metodi di estrazione del caffè tradizionali e più diffusi sono la moka, la cuccumella napoletana, la macchina da caffè che usano i bar e le macchine a leva, cialde o capsule.
In realtà, il caffè è la seconda bevanda più diffusa al mondo e ogni paese ha la sua tradizione, per la quale utilizza un metodo di estrazione differente. Quindi, nonostante tra le abitudini più radicate nel nostro paese ci siano l’espresso o il caffè estratto dalla moka, devi sapere che esistono vari tipi di caffè che vanno dal caffè lungo americano all’Ibrik, consumato in tutto il medio oriente.
I metodi di estrazione del caffè possono essere distinti in base al tipo di processo utilizzato: dripping (o pour over), infusione e pressione. E, ognuno di essi, si differenzia per il modo in cui la polvere viene mescolata all’acqua e per la temperatura di quest’ultima.
Vediamo quali sono le tipologie di estrazione del caffè più diffuse e caratteristiche al mondo.
Il dripper è una macchina da caffè formata da un cono scanalato che si pone sopra alla tazza di raccolta. La funzione del filtro è svolta da un foglio di carta alimentare inserita all’interno del dripper.
La polvere di caffè viene posta all’interno della carta e l’acqua si versa direttamente dentro all’imbuto.
La particolarità di questo procedimento è che l’acqua si fa scaldare a parte per poi essere versata con molta attenzione nella macchina da caffè. La bevanda può essere degustata quando si raccoglie nella caraffa.
Queste macchine da caffè hanno un design vintage e romantico e sono piacevoli anche da tenere in casa come pezzi d’arredo. Il modello più famoso è il V60, creato dall’azienda giapponese Hario.
Nata intorno al 1830 in Europa, la caffettiera a globi è uno dei sistemi più antichi per estrarre il caffè.
Il suo design in vetro è spettacolare e, mentre si trova in funziona, ha davvero un effetto ipnotico, poiché è possibile vedere tutto il processo di estrazione del caffè.
La struttura è formata da due globi in vetro, posti l’uno sopra l’altro e uniti da una sorta di imbuto che fa da filtro. Nella parte inferiore, che ha una forma sferica per permettere al calore di distribuirsi in modo uniforme, si mette l’acqua. Dopo aver preparato la macchina con acqua e caffè, si mette a scaldare su un fornello e, una volta raggiunta la temperatura, il vapore porta l’acqua nella parte superiore dove avviene l’infusione.
La caratteristica dell’estrazione Siphon è che, una volta spento il fuoco, il vapore diminuisce e la bevanda si raccoglie nella parte inferiore della caffettiera.
Il risultato è un caffè dall’aroma dolce.
L’estrazione con il French Press è un metodo per fare il caffè a pressione molto semplice e antico.
Per preparare il caffè con questo metodo, basta inserire il caffè e l’acqua calda nel contenitore in vetro. In questo caso, la temperatura di estrazione del caffè è molto importante, poiché l’acqua non deve mai arrivare ad ebollizione.
Gli ingredienti vanno poi mescolati e lasciati in infusione per qualche minuto (il tempo giusto va dai due a i 6 minuti a seconda dei gusti e delle caratteristiche della miscela scelta). Per separare la polvere dalla bevanda, si inserisce uno stantuffo con un filtro metallico che va premuto verso il basso.
Il caffè ottenuto con questo metodo è caratterizzato dal gusto forte e dalla struttura corposa.
La cuccumella è una delle tecniche di estrazione del caffè più antiche della nostra penisola. In Italia, infatti, prima dell’invenzione della moka, era diffusa in moltissime abitazioni. Il suo design è un vero e proprio simbolo culturale del Made in Italy e della napoletanità.
Ma come funziona la macchina da caffè alla napoletana?
L’estrazione con questo tipo di caffettiera avviene attraverso la percolazione, proprio come nel metodo dripper. La caffettiera è costituita da due serbatoi, uno forato in alto e l’altro con il beccuccio.
L’acqua si pone all’interno del primo serbatoio, nel quale si porta ad ebollizione. Quando il vapore inizia a fuoriuscire dal foro del primo serbatoio, il fuoco deve essere spento e la caffettiera girata.
In questo modo, l’acqua attraversa il filtro con la polvere e si trasforma in caffè. Quindi è dal secondo serbatoio che il caffè può essere servito.
Il tempo di estrazione del caffè con la cuccumella va dai 5 ai 10 minuti.
Bevuto e apprezzato in tutto il Medio Oriente, il cezve (o caffè turco) è un metodo di estrazione per infusione che richiede molto tempo.
Per prepararlo secondo tradizione occorre un bricco in ottone dalla forma allungata (detto appunto cezve). Nel bricco si porta ad ebollizione l’acqua a cui è stata aggiunta un polvere di caffè macinata molto sottile. Nel liquido si può anche mettere lo zucchero.
Una volta raggiunto il punto di ebollizione, il caffè viene versato nella tazza e lasciato decantare qualche minuto, in modo che i residui di polvere si depongano sul fondo. Il sedimento, secondo la tradizione balcanica, si presta bene alla lettura dei fondi di caffè e alla caffeomanzia.
Per aromatizzare il caffè, in molti paesi si usa aggiungere cardamomo e cannella alla bevanda.
La moka è una delle caffettiere che ha fatto la storia del caffè. Nata nel 1933, è già in procinto di festeggiare i suoi cento anni.
Questa macchina da caffè per uso domestico è stata brevettata da Bialetti e occupa un posto d’onore nelle case degli italiani. La sua struttura è composta da tre parti: la caldaia, il filtro e il bricco.
Per preparare il caffè con la moka, nella parte bassa si mette l’acqua, nel filtro si inserisce la polvere di caffè e nel bricco si raccoglie l’estratto di caffè.
Il meccanismo è a pressione: l’acqua si scalda e sale verso l’alto, passando attraverso il filtro dove bagna il caffè e ne estrae le parti solubili.
Il caffè fatto in casa con la moka è molto diverso dall’espresso che si ottiene con la macchina da caffè per i bar. Infatti non è corposo ed è privo di crema, ma il risultato è intenso.
L’Aeropress è la macchina da caffè più recente che esista. È stata brevettata nel 2005 da Alan Adler e il suo metodo di estrazione è davvero futuristico, poiché unisce l’estrazione a pressione a quella a infusione.
La fusione di questi due metodi regala un prodotto dal gusto unico, in cui vengono mantenute inalterate le caratteristiche organolettiche del caffè e tutte le sue parti dolci.
L’estrazione del caffè con l’aeropress avviene attraverso la pressione del cilindro che costituisce il corpo centrale della macchina. All’interno del cilindro si verifica l’infusione.
Adler ha pensato questo sistema con l’obiettivo di permettere agli sportivi di bere un buon caffè anche in condizioni estreme.
L’aeropress, difatti, è un metodo di estrazione che permette di ottenere un caffè intenso e gradevole in pochi istanti.
Per bere un caffè buono come al bar, i metodi di estrazione più adatti sono quelli che usano la pressione.
In Italia, i più comuni e diffusi sono la moka e la macchina da caffè espresso, soprattutto quella a leva.Il risultato che si ottiene con questo tipo di macchinari è un caffè intenso e robusto.
Grazie a questo sistemi di estrazione, è possibile percepire i diversi gradi di tostatura e assaporare le note intense della miscela scelta, senza aumentare il contenuto di caffeina.
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