Ecco la classifica annuale che i mixology lover stavano aspettando, tra drink classici che raggiungono nuovi traguardi e altri che consolidano la loro posizione. Qui trovate la lista stilata da Drinks International e pubblicata i primi giorni di gennaio 2021 con i 50 cocktail più bevuti al mondo.
Ci siamo. Drinks International ha finalmente tirato le somme tra i cocktail classici più bevuti dell’anno. Attenti, bartender e appassionati: potreste vedere confermarti i vostri gusti o potreste non essere d’accordo.
Il report annuale del magazine che tratta di mixology nella sua globalità, ha da poco fatto sapere quali siano i 50 cocktail più bevuti al mondo tra drink classici e cocktail d’avanguardia, che, sommati, danno come unico risultato il fatto di essere i drink più richiesti.
L’analisi è stata condotta dalla testata su un campione di 100 tra i migliori cocktail bar al mondo, chiedendo loro di stilare una classifica dei drink classici indiscussi bestseller.
Ebbene, alcuni tra i cocktail più bevuti si riconfermano tali anche quest’anno, consolidando la loro forte identità di pietre militari nonostante la natura liquida. Trionfa il sour esemplare dei grandi classici ma anche la nota dolce dei cocktail shakerati.
Primeggia nella classifica dei 50 cocktail più richiesti al mondo stilata dal magazine inglese, per il settimo anno di fila, l’Old fashioned. Con le sue comparsate da Oscar in innumerevoli film del cinema internazionale, il drink ha soltanto un segreto: un buon whiskey.
Il Conte Camillo a questo punto farebbe un inchino. Il cocktail Negroni, suo autoritratto alcolico, è tra i cocktail classici più bevuti ed apprezzati al mondo. La ricetta IBA raccomanda gin, bitter e vermouth rosso. Chi beve Negroni lo sa.
Stemperiamo i sapori dei due cocktail classici precedenti con un sentore decisamente più fresco: zucchero, succo di lime e rum bianco. Il Daiquiri si conferma (non per la prima volta, sia chiaro) sul podio della classifica dei drink più richiesti di Drinks International.
Ci saremmo detti di aver bevuto troppo se non avessimo trovato il Dry Martini ai primi posti della classifica dei drink classici più apprezzati in assoluto. Il gin trionfa nella coppetta Martini come il cocktail in questa lista. Segni particolari: l’oliva verde.
Lontano di due sole posizioni dall’esotico Daiquiri, il Margarita è però salito nella classifica annuale odierna di Drinks International di ben due posti. Triple sec, tequila e succo di lime, bordati da una crusta di sale come si trovassero dentro a una piscina.
Ancora Martini. In versione shakerata e ricca di caffè, perché originariamente questo drink classico tra i più bevuti al mondo, fu preparato per una donna che chiedeva di essere svegliata. La texture soffice e cremosa, la vodka che diventa efficace caffeina, il liquore al caffè. Non possiamo che essere d’accordo.
Ha un’opzione facoltativa: l’albume d’uovo. Se vi piace, la ricetta IBA raccomanda di shakerare il drink più energicamente. Se non vi piace, potete ometterlo. Ma non dimenticate il whiskey, lo sciroppo di zucchero e il succo di limone fresco. Ah, e un’elegante ciliegia al maraschino da aggiungere su in cima.
È nella top ten dei 50 cocktail più bevuti al mondo e senz’altro conosciuti. A volte il whiskey, altre il bourbon: sul distillato, il Manhattan è un drink decisamente permissivo. Come due gocce di rugiada, due gocce d’angostura a far sfavillare il rosso intenso del vermouth.
Vuol dire aperitivo. Gli italiani sono legatissimi a questo cocktail che sembra incastrare nel bicchiere la golden hour. L’Aperol Spritz fu inventato dai fratelli Barbieri e la ricetta, che dirvi, la conosciamo a memoria: tre parti di prosecco, due di Aperol e una di soda.
Il Mojito classico cocktail cubano, è tra i più apprezzati al mondo ed è complice della stagione estiva. Grazie all’assoluta freschezza delle foglie di menta, al giusto tocco acido del lime, allo zucchero e all’attore principale: il rum bianco.
Medicina per curare l’hangover a tutte le ore, anche il Bloody Mary, inserito nella fascia nobiliare della mixology, è tra i 50 cocktail più bevuti al mondo. La miscela a base di vodka e succo di pomodoro è adeguatamente speziata e carica di sapore, tra olio, salsa Worcestershire, tabasco, ecc.
È un testa a testa tra gin e succo di lime. In proporzioni differenti, chiaramente. Largo spazio al distillato, che guadagna un po’ di vantaggio. Il Gimlet, con la sua eleganza e la sua limpidità, guadagna un gradino alto nella classifica dei cocktail classici più bevuti al mondo.
Servito nel classico tin, il Moscow Mule promette freschezza e mantiene la promessa. La ricetta è semplice, la vodka primeggia. Seguita da lime e dal tocco più che frizzantino della ginger beer con la freschezza dello zenzero.
Solido nella struttura, data la presenza forte dello scotch, è facile però rintracciare nel cocktail Penicillin, anch’esso tra i drink più richiesti al mondo, la nota dolce del miele unita dal tocco più pungente dello zenzero.
Un drink tempestoso, ma che, nel giorno della sua creazione, trovò subito un accordo. Gli inglesi ci misero il ginger beer, i mastri distillatori del posto (siamo nelle Bermuda) ci misero il resto. L’essenziale, alcolico, resto: il rum. Senza scordarci il lime, per un sapore più sour.
Servito in un’elegante coppetta Martini, il Corpse Reviver, complice la sua risolutezza alcolica, sarà in grado di farvi prendere di getto qualsiasi decisione. Il cocktail tra i più apprezzati al mondo, con il tempo è salito nella classifica di ben otto posizioni. Merito del cognac?
Il nome di questo cocktail classico ha un non so che di elitario. Sarà tra l’altro che la sua presenza sembrava già farsi viva già qualche anno prima del Proibizionismo. Il Clover Club è un drink rosso e fruttato, ai lamponi. Con gin, vermouth e succo di lime.
Sappiate che il Boulevardier lo ha inventato uno scrittore americano, durante i ruggenti anni ’20. Il modo più immediato per descrivervi il drink è il fatto che questo sia a tutti gli effetti un Negroni… con Bourbon al posto del gin.
Traver Vic è l’inventore del Mai Tai, un drink decisamente esotico, a tratti eccentrico, che però trasmette la sua carica già a partire da uno sguardo. Il cocktail ha un gusto dolce dato dall’orzata, unita a curaçao, rum, sciroppo di zucchero e una buona dose di succo di lime.
Un grande classico della mixology che non poteva non figurare tra i 50 cocktail più bevuti al mondo. Il Sazerac coinvolge, nella sua preparazione, un attore alcolico che non si vede spesso: l’assenzio. E poi whiskey, bourbon, bitter, angostura, sciroppo di zucchero…date un’occhiata alla ricetta. Vi parrà infinita.
Dall’alto della sua flûte, il French 75 ringrazia il fatto di essere tra i cocktail classici più apprezzati al mondo. Gin, succo di limone e champagne rendono questo drink assolutamente sofisticato, apprezzato soprattutto dal palato femminile.
Fruttato, esotico. Lo si capisce dal nome. Il Paloma richiama il caldo dell’estate, anche a partire dal distillato che pilota la miscela: il tequila. E poi succo di lime, succo di pompelmo, sciroppo d’agave e uno spruzzo di soda. Capite perché è tra i cocktail più bevuti in assoluto?
Un peruviano che ha successo negli States. No, non stiamo parlando di un famoso imprenditore ma di un celebre drink, il Pisco Sour, a base di pisco, prodotto alcolico icona dei Paesi peruviani. Che, unito al tocco sour di matrice americana, dà come risultato uno dei cocktail classici (parliamo degli anni ’20) più apprezzati al mondo.
Nacque a New Orleans e, nel corso del tempo, è salito in classifica di dieci posizioni. Questo drink classico d’hotellerie, è preparato con whiskey americano, angostura, vermouth, liquore e bitter. Il Vieux Carré è servito on the rocks, tra i cubetti di ghiaccio.
Nonostante il nome, è italiano. Ed è molto amato nel nostro Paese, all’ora dell’aperitivo. Il grande classico Americanohttp://www.fibsardegna.com/cocktail-americano-la-storia/, tra i cocktail più iconici del mondo, è anch’esso un Negroni con qualche variazione: al posto del gin c’è la soda. Soda, vermouth e bitter.
Un cocktail classico che dipende molto dai gusti. La nota dolce e amara del liquore all’amaretto può infatti non piacere a tutti. Ma comunque, fatto sta che il drink è tra i più gettonati. Completano la ricetta il succo di limone e l’albume d’uovo spumoso. Opzionale è l’aggiunta di qualche goccia di angostura.
Una versione elitaria dell’Old Fashioned? Perché no. Qui primeggia il rum invecchiato, accompagnato da qualche goccia di angostura, una spruzzatina d’acqua, zucchero e scorzetta d’arancia. Per gli addicted che vogliono lasciarsi impressionare dal sorso.
Se ne parlava già nel famoso libro di Jerry Thomas. Fizz fa riferimento alla personalità frizzante di uno dei cocktail classici più apprezzati nel mondo della mixology. Infatti, oltre al gin, è basilare l’utilizzo di una buona tonica. Un cocktail fresco e sparkling che, nella classifica attuale, guadagna posizioni.
Il Bramble è un british cocktail. Ad Edinburgo c’è il bar che porta il suo nome. Nella ricetta, solo e solamente London Dry gin, succo di limone, sciroppo di zucchero ed un notevole liquore alla mora. La stessa mora che fa da garnish al drink.
La crusta del drink, per un po’ di tempo era scomparsa. Ma adesso è riapparsa. E sancisce la vittoria del Brandy Crusta, per il fatto di avere il privilegio di essere tra i cocktail più richiesti al mondo. Si prepara con cognac, maraschino, limone e triple sec.
Un’altra proposta dell’aperitivo made in Italy, poi divenuta internazionale. Anche il grande classico Bellini compare nella classifica. Il cocktail di matrice veneziana è semplice ma efficace: polpa di pesca e prosecco.
Uno dei cocktail più dolci e più estivi di sempre, che combina, in modo del tutto vincente, succo d’ananas, crema di cocco e rum. La consistenza è densa e vellutata, il cocktail anni ’70 è senz’altro un grande classico che, come conferma la classifica, non va trascurato.
Questo drink, magari poco conosciuto, è nato a Londra nel 2002. Però possiamo garantirvi che è tra i più richiesti nel settore della mixology. Il frutto della passione rende esotico il sentore più dolciastro e delicato della vodka alla vaniglia.
Lo avrete bevuto chissà quante volte. Il Sidecar è un cocktail iconico, classico e ancora oggi decisamente apprezzato dalla clientela. Il gusto asciutto del triple sec si unisce al sentore più acidulo del limone. Tra i due, c’è anche il cognac.
Il liquore alla crema di violetta, ingrediente fondante del drink, è un’arma a doppio taglio: è amato o detestato. Al punto che il cocktail Aviation perde purtroppo di rilevanza all’interno della classifica di Drinks International, scendendo di qualche posizione.
Non confondetelo con un drink con cui fare colazione, nonostante la golosa crema di panna in cima. L’Irish Coffee è famosissimo e, per di più, allieta il freddo dell’inverno a colpo (anzi, sorso) sicuro. Caldo, ricco di caffè e alcolico nella sua buona dose di whiskey irlandese.
Il cocktail d’impronta francese (data la presenza di un liquore originario di questa nazione), torna alla ribalta in tempi recenti, grazie alla buona fede di un cocktail bar situato a Seattle. Il drink comprende anche il buon vecchio gin, maraschino e lime.
Un twist sul più classico Margarita, realizzato da Julio Bermejo, bartender di San Francisco. E dunque doppietta per il tequila, che fortificala sua presenza in classifica. In questa miscela però c’è alta concentrazione di agave: sciroppo d’agave, tequila 100% agave e succo di lime.
Una bella conquista per questo cocktail liquoroso che ricorda la pianta giapponese del Bamboo. Il drink guadagna notorietà nella classifica dei cocktail più richiesti al mondo, salendo di ben sette posizioni. Magari potrà piacervi: ci sono sherry e vermouth (in parti uguali), angostura e bitter all’arancia.
In realtà, altro non si tratta che di gin e limone. Eppure, si sa che la semplicità sia sempre vincente e…richiesta. Il Tom Collins, è un cocktail classico, un grande classico che mette al centro il gin: c’è chi ritiene sia prerogativa del London Dry e chi reclama l’utilizzo di un buon Old Tom. Ma ricordatevi sempre: non è che gin e limonata.
Anche la Caipirinha ha un background molto solido nella storia della mixology. E per di più, possiamo dirvi che, negli ultimi anni, il consumo di cachaça si sia diffuso e consolidato anche oltre i confini del Brasile. E infatti, questo cocktail esotico è tra i più consumati al mondo.
Il Martini è d’ispirazione. Ha asserito alla nascita di numerosi twist che non vogliono imitarlo bensì lodarlo. Uno di questi è il Vodka Martini, acclamato anche dai bevitori. Al posto del gin c’è la vodka, ma la limpidezza resta comunque un tratto distintivo. Che gli concede un posto nella classifica di Drinks International.
Concepito per un cliente non proprio comune. Era anzi un attore. Al bancone dell’American Bar dell’hotel Savoy. E proprio da una sua esclamazione, ancora oggi ripetuta quando si sorseggia un cocktail Hanky Panky, diede il nome alla miscela a base di gin, vermouth rosso e amaro italiano. Ah, la barlady era Ada Coleman.
Serve tantissimo rum per questa miscela che ha acquisito rilevanza soltanto di recente. Negli ultimi due-tre anni, più o meno. Il cocktail Zombie ha un gusto forte ma in grado di solleticare il palato grazie alla nota dolce del brandy all’albicocca, al succo d’ananas e al lime.
Non poteva mancare. Il Cosmopolitan, guest star soprattutto nei film ambientati negli scenari più esclusivi della società americana, è un grande classico che vince in termini di eleganza, ingegno alcolico, sofisticatezza. La ricetta è a base di vodka, triple sec, succo di mirtilli rossi e lime.
Di origini misteriose ma, a livello temporale, più o meno certe: pare che il drink abbia fatto capolino intorno al 1940. Il drink è davvero un tentatore per via della presenza della crème de cassis, del tequila, del lime e del tocco finale al ginger beer.
Pare che il cocktail White Lady fosse stato preparato per una donna d’eccezione: la moglie di Fitzgerald. Il cocktail ha fatto storia e siamo ben felici di saperlo nella classifica dei cocktail classici più bevuti nel 2021. L’albume d’uovo rende candida la miscela a base di gin, succo fresco di lime e liquore secco all’arancia.
Il ricordo del più classico Moscow Mule è ben miscelato in questo drink che, nonostante abbia molti anni in meno, è comunque considerato un drink classico. Gin e ginger beer, presentati e combinati in modo un po’ più rifinito. Al punto da meritare l’ingresso in classifica.
Ammettiamolo, il Long Island Iced Tea evoca ricordi. I bei tempi durante i quali lo abbiamo atteso impazienti al bancone. Non è demodé, nient’affatto, se è persino tornato. Il famoso cocktail è noto per la sua abbondanza di distillati, dal rum bianco, al gin, alla vodka, triple sec e tequila.
Concludiamo la classifica dei cocktail classici più bevuti nel 2021 con un drink insolito che fa provare al suo animo tropicale un sentimento italiano. Il Jungle Bird appartiene agli anni ’70 ed è stato il 2019 a certificare che il cocktail fosse ancora in vita. Merito di rum, succo d’ananas, bitter italiano, zucchero e lime.
Fonte: Annual Report 2021 Drinks International
thk cocktailMilano
Piccola guida sullo Champagne: tutto quello che c’è da sapere sulle bollicine francesi.
I vantaggi della miscelazione sostenibile!
Mezcal e Tequila: i distillati figli dell’agave, differenze ed utilizzo al bar.